Gestire incertezza ed incoerenza

 

"Le cose si muovono troppo in fretta perché sia possibile individuare in modo logico ciò che sta accadendo. La nostra comprensione di causa ed effetto è irrimediabilmente incompleta, spaventosamente fuorviante e diventa peggiore di giorno in giorno…"

La risposta aziendale a questa affermazione di Tom Peters è di norma una altrettanto frenetica ridefinizione dei business, reingegnerizzazione dei processi, ridisegno delle strutture organizzative, il cui scopo è quello di mantenere o riaccrescere la competitività.

L'effetto prodotto è, sempre nei primi momenti e spesso anche a regime, il disallineamento dei vari sistemi aziendali (sistema produttivo, sistema organizzativo, sistema di marketing e vendite, ...), in funzione della maggiore propensione culturale dell'organizzazione al cambiamento.

E il disallineamento si manifesta con l'inadeguatezza, spesso l'incoerenza, di alcuni dei sistemi succitati, a contribuire al processo aziendale. Disallineamento che, a giudizio di molti studiosi di management, Tom Peters è tra questi, è una realtà inevitabile.

Si deve dunque imparare a convivere con questo disallineamento e possibilmente imparare a gestire le incoerenze che esso genera.

Questo il tema è stato per la prima volta affrontato in un convegno che ho organizzato in lri Management il 12 e 13 ottobre 1995.

La modalità di cross fertilization è stata ritenuta la maniera più idonea di procedere. In questa logica, studiosi di varie aree tematiche sono stati invitati a esporre aspetti di incoerenza propri della loro disciplina e l'approccio utilizzato per convivere con essi o possibilmente gestirli.

(I relatori sono stati: Francesco Avallone, docente di Psicologia del lavoro; Salvino Biolo S.J., docente di Filosofia delle religioni e Teologia filosofica; Marcello Cini, docente di Teorie quantistiche; Maurizio Costanzo, giornalista, autore e conduttore televisivo; Nadio Delai, Responsabile Politiche economiche e sociali FF .SS; llvo Diamanti, docente di Sociologia della politica; Carlo Fontana, Sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, Giorgio Lunghini, docente di Economia politica; Ettore Messina, Commissario tecnico nazionale di pallacanestro; Francesco Morace, direttore del Future Fashion Lab.; Silvano Tagliagambe, docente di Filosofia della scienza; Piero Trupia, dirigente Confindustria; Giuseppe Virgili, Segretario Generale Associazione Chrirurghi Estetici.)

Nella seconda giornata di lavori, quanto emerso nella prima è stato oggetto di riflessione a livello di workshop da parte di tutti i partecipanti che, supportati da un team composto da Severino Salvemini e Salvatore Vicari, docenti SDA Bocconi, e da me hanno verificato la trasferibilità alla gestione aziendale degli spunti emersi nelle relazioni presentate.

Difatto sono emerse interessanti implicazioni per le tematiche dell’ambiente e del mercato, delle relazioni e dello o sviluppo organizzativo, dei valori e della cultura aziendale, della leadership e dell’innovazione.

Tra tutte vanno evidenziate, a nostro avviso, almeno tre conclusioni del dibattito.

In momenti di rapido cambiamento e di complessità quale gli attuali, è necessario che l'azienda:

 

 

In particolare gli interventi di studio e consulenza operati dal 1995 ad oggi ci consentono di focalizzare alcuni riflessioni e conseguenti aree di intervento prioritarie:

 

 

 

A memoria degli studi fatti, quale impostazione teorica ritenuta ancora valida, riporto di seguito la sintesi della relazione introduttiva da me tenuta al convegno del 1995.

Gestire l'incoerenza: uno schema di riferimento

"Le cose si muovono troppo in fretta perché sia possibile individuare in modo logico ciò che sta accadendo. La nostra comprensione di causa ed effetto è irrimediabilmente incompleta, spaventosamente fuorviante e diventa peggiore di giorno in giorno……."

La risposta aziendale a questa affermazione di Tom Peters è una altrettanto frenetica ridefinizione dei business, reingegnerizzazione dei processi, ridisegno

delle strutture organizzative, il cui scopo è quello di mantenere o riaccrescere la competitività .

L'effetto prodotto è, sempre nei primi momenti e spesso anche a regime, il disallineamento dei vari sistemi azienda li (sistema produttivo, sistema organizzativo, sistema di marketing e vendite, …), in funzione della maggiore propensione culturale dell'organizzazione al cambiamento.

Ed il disallineamento si manifesta con l'inadeguatezza, spesso l'incoerenza, di alcuni dei sistemi succitati, a contribuire al processo aziendale. Disallineamento che, a giudizio di molti studiosi di management, Tom Peters è tra questi, è una realtà non evitabile.

Si deve dunque imparare a convivere con questo disallineamento e possibilmente imparare a gestire le incoerenze che esso genera.

Il mondo moderno d'altronde si è caratterizzato per la precarietà dei suoi riferimenti. La scienza, che dai tempi di H. Poincaré, intravedeva la possibilità di sintesi imponenti, si è ora rassegnata a teorie della "complessità" che, come cita U. Galimberti, altro non sono che "il nome nobile che si assegna alla mancanza di sintesi unificanti e convergenti".

La "certezza sensibile" ("dei sensi") è stata da tempo sacrificata alla certezza dei costrutti della mente, edificati indipendentemente dalla sensibilità, che Hegel definiva come "mondo rovesciato", "fatto camminare con le gambe per aria", in cui massima è la certezza in quanto massima è la razionalità. Ma oggi c'è incertezza, come vedremo, anche in questi.

Da tale excursus storico-culturale non poteva rimanere esclusa la cultura manageriale e le teorie di gestione aziendale.

Solo alcuni riferimenti a comune memoria:

 

A queste tematiche si affianca quella del "paradosso":

- già nel 1982 S.M. Davis in "Future Perfect" cita:

"I nuovi modelli manageriali rifiutano il dilemma di alternative e richiedono la gestione del paradosso: la simultaneità d'approccio di elementi opposti";

- nel 1988 R.E. QUINN e K. CAMERON pubblicano:

"Paradox and Transformation. Toward a theory of change in organization and management il cui messaggio è: "Le organizzazioni devono cercare l'equilibrio tra esigenze contrapposte, tra stabilità e cambiamento oppure tecnologie e uomini".

Da questo sfondo generale emerge la necessità di alcuni riferimenti più strutturati sull'incoerenza e la possibilità di gestirla.

Gli studi filosofici hanno ampiamente trattato la tematica.

Traggo da Alessandro Bonucci, ed in particolare dal suo testo "Verità e realtà", che bene riporta i risultati dell'elaborazione filosofica specifica fino all'età contemporanea, alcuni elementi definitori comuni.

- L'incoerenza, nell'unione di due o più (dati, concetti, funzioni,…) è l'impossibilità di "pensare insieme".

Essa è collocata: nel TEMPO (es. nascita di Augusto in tempi diversi)

nello SPAZIO (es. morte in luoghi diversi di Augusto)

nella CONNESSIONE NECESSARIA (es. basta o non basta

il verificarsi di A perché succeda B)

Quest'ultima affermazione introduce alla visione dell'età contemporanea.

L'incoerenza intesa come assenza o non validità del principio di contraddizione si rileva dapprima nelle teorie dell'inconscio.

Freud già nelle "Nuove lezioni introduttive" (1933) cita:

"Le leggi logiche del pensiero non si applicano nell’ES, e ciò è vero soprattutto per la legge di contraddizione …………." ed ancora "Le imperanti regole della logica non hanno alcun peso nell’inconscio, esso potrebbe essere chiamato il regno dell’illogico…" ed infine illustra le cinque regole dell’inconscio di cui la prima è "la presenza dei contraddittori".

Dalle teorie dell'inconscio il comportamento dell'uomo cosciente: Christopher Cherniak nel 1985 in Minimal Rationality propone e verifica sperimentalmente la teoria cognitiva che prevede condizioni minime di razionalità.

"L’assunzione dell'agire umano come frutto di razionalità è una idealizzazione

applicabile"

E formula due condizioni generali:

"Se A ha un particolare insieme di credenze/desideri, A potrebbe intraprendere alcune, ma non necessariamente tutte, di quelle azioni che sono appropriate"

"Se A ha un particolare insieme di credenze/desideri, allora se qualche coerenza nasce da quell'insieme, A potrebbe eliminare talvolta alcune di quelle".

Ed infine la sua conclusione:

"Gli esseri umani potrebbero non essere capaci di compiere semplici compiti razionali in modo da garantirne la correttezza".

Anche la logica formale è in difficoltà rispetto alla problematica della coerenza. Sono noti i teoremi limitativi del formalismo (A.Tarski, K.Godel) che non consentono di dimostrare la coerenza di assiomi e fondamenti di una teoria: in particolare il secondo teorema di Godel mette in luce l'impossibilità di una giustificazione sintattica delle teorie coerenti.

Chi mette a frutto le promesse fatte è Ignacio Matte Bianco (nel testo "L'inconscio come insiemi infiniti") che, partendo da una rivisitazione del pensiero freudiano, ne propone una originale strutturazione logico-formale.

Cita Matte Bianco:

"Il principio di non contraddizione è necessario per pensare … ma allo stesso tempo è impossibile affermare che il principio stesso è vero… perché appena tenta di farlo, si trova che bisogna non solo adoperare il principio ma anche supporre che esso è vero".

(E come si sa la logica non ammette la circolarità: non si può impiegare un principio che è conseguenza dell’applicazione del principio stesso).

Queste considerazioni dalle quali Matte Blanco fa scaturire la definizione di una struttura logico-formale che chiama "struttura matematica bilogica" in quanto ammette logiche simmetriche e logiche bivalenti, ossia ammette che esistono zone in cui vige il principio di contraddizione e zone in cui non vige.

A fondamenta di questa struttura bilogica due principi:

un insieme (persona, oggetto, concetto) è trattato come sottoinsieme di un insieme più generale e questo insieme più generale come sottoinsieme di un insieme ancor più generale. (in altre parole tra le varie possibilità di generalizzazione se ne sceglie una e si continua tralasciando altre caratteristiche)

la relazione inversa di qualsiasi relazione è trattata come fosse identica alla relazione e viceversa (in altre parole le relazioni asimmetriche vengono trattate come le simmetriche).

E quindi quando si applica il principio di simmetria non può esserci alcuna successione e la parte è necessariamente uguale al tutto.

La teoria di Matte Blanco dunque mette a disposizione una struttura logica che ammette l'incoerenza e consente quindi di formulare regole di gestione di un tale sistema.

Per quanto è a mia conoscenza, non sono ancora state sperimentate applicazioni di questa teoria alla gestione manageriale ed in genere al sistema azienda; ritengo però che ciò potrebbe offrire la soluzione delle problematiche da cui si è partiti (sistemi disallineati/incoerenti).

Solo quale primo accenno va citata la più frequente applicazione aziendale del "principio di generalizzazione" quella di riportare lo schema di gestione sperimentato in una micro-organizzazione a livello più ampio fino all'interna azienda (vedi eliminazione di procedure burocratiche e organizzazione di strutture più orientate all'innovazione); così come "principio di simmetria" l’alternanza fra logiche decisionali top-down e bottom-up.

Con la speranza di poter presto formulare modelli che consentano la gestione di processi incoerenti e con la sicurezza che le relazioni che succederanno daranno ulteriori e più prestigiosi spunti di riflessione a tutti i partecipanti, concludo il mio intervento.

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